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Frammenti di Memoria 1990

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Frammenti di Memoria  Photos of Ghosts  1990

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Non ci sono formule prese in prestito. Soltanto una grande energia che spinge avanti i sussulti che, privi di apparente interesse, poi restano sulla carta per un tempo mai sperato. Con questo suo lavoro Franco ha salvato le emozioni delle cose leggere, togliendo il peso delle cose intorno. Ho immaginato le sue fotografie come un archivio di memorie delle occasioni mancate, di appuntamenti saltati dentro i luoghi dell’immaginazione, ed ho trovato i racconti del desiderio degli incontri impossibili. Ha rivoltato i dubbi, e lasciato stare gli addii. Ha guardato dritto le incertezze, e capito i ritmi di un equilibrio difficile da fermare. Così, sospeso in mezzo al mito delle immagini, ha percorso la strada che non dice solo delle apparenze: le mani, le figure incomplete, i gesti nervosi e morbidi e certi movimenti senza rincorrere l’unicità,  cercando solo i contatti con ciò che svanisce subito. Ma sono le parole che non bastano mai, e Franco ha girato intorno alle cose perché potessero riconoscerlo, lasciato andare lo sguardo perché, nel disordine dei sentimenti, incontrasse l’ordine del tempo, per poi dimenticarlo subito.

Denis Curti

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Franco Sortini esprime una fotografia antitetica al concetto di congelare l’attimo; infatti lo prolunga, quasi all’infinito. Ma questo fa parte dell’origine e dell’essenza della fotografia: le prime emulsioni non si impressionavano in un baleno. Così gli impressionisti colsero la nuova visione della camera per limitare lo sguardo, ma dilatare il tempo e lo spazio. Una nuova dimensione. Sortini, da parte sua, usa gli strumenti del suo tempo, spesso costruzione in diagonale, particolare pigmento del colore, rapporto dialettico tra primi piani, a volte frammenti di essi, e lo sfondo che non è collocazione identificabile, ma quasi un’estraneazione del dove e del quando verso valori segnici e gestuali pregnanti, sia del soggetto sia del fotografo. Sono luoghi dovunque, simbolicamente esprimono il passare di questa gente anagraficamente, non presenti, che sono nell’immagine perché immagine. Quasi trasparenze.

Luigi Erba

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